
Il terreno del giardino: conoscerlo e migliorarlo – indice:
Sebbene già in altri approfondimenti si è accennato alle tipologie di terreno che si possono incontrare quando si decide di coltivare una pianta, in questa sede se ne dedica uno ad hoc. In generale, infatti, si possono individuare tre tipologie di suolo: argilloso, sabbioso e limoso. Queste hanno caratteristiche differenti che si andranno ad analizzare nel dettaglio in questo approfondimento. Il suolo tuttavia si distingue anche in base al suo ph che lo può rendere acido, neutro o basico. A priori di tutte queste considerazioni tuttavia bisogna valutare la situazione da cui il terreno deriva. Si intende se questo è stato o meno, in tempi recenti, la base della costruzione di un edificio. Se lo è stato, infatti, il terreno del giardino sarà un miscuglio di sostanze organiche e inorganiche quali materiali edili o calce che non sono le fondamenta ideali per la coltivazione di specie vegetali. Spesso infatti il terreno ha bisogno di essere corretto e adattato, come si vedrà, alle esigenze delle specie vegetali scelte per la coltivazione.
La terra e le tipologie di terreno del giardino
Con una semplice osservazione del terreno del giardino anche un occhio inesperto può capire quale tipologia di suolo caratterizza il suo giardino. È noto quanto questa operazione sia importante ai fini della coltivazione delle specie vegetali. Fra le tante, infatti, ce ne sono di più o meno esigenti in tema di terreno. Si ricorda che quello che si usa chiamare comunemente terreno è formato da terra e la composizione di questa si può suddividere in due porzioni differenti. Una risultante dall’accumulo di sostanze inorganiche minerali, come, ad esempio, polveri, granelli o corpuscoli di rocce derivanti dalla disgregazione chimica delle stesse. L’altra invece derivante dai resti della decomposizione di esseri vegetali e animali che si sono accumulati nel tempo o sono stati introdotti nel terreno dall’essere umano quale strumento di concimazione. La quantità di tali componenti presenti nel terreno ne determina la composizione chimica, anch’essa utile a comprenderne la tipologia. Come già accennato, possiamo distingue il terreno argilloso o compatto, il terreno sabbioso o sciolto e il terreno limoso o misto.
Il terreno argilloso o compatto
Questo tipo di terreno si presenta duro, di colore chiaro e, talvolta, impermeabile all’acqua per l’elevata quantità di argilla presente in esso. È di natura calcarea e, nei casi in cui assorbe l’acqua, la presenza dell’argilla rende faticosa la fuoriuscita della stessa che pertanto il terreno tende a trattenere. Così, allo stesso modo, trattiene bene le sostanze nutritive utili al nutrimento delle piante. Nei climi caratterizzati da precipitazioni per lunghi periodi tuttavia è sempre umido e lucido.
Per capire facilmente se di esso si tratta si raccolga una piccola quantità fra le mani e si provi a dargli una forma a palla: questo la manterrà essendo un terreno appiccicoso e compattabile.
Non è semplice da lavorare né molto adatto alla crescita delle piante. La sua compattezza, data dalla tenuta dell’acqua e dalla scarsa circolazione dell’aria, rende difficile la penetrazione e l’attecchimento delle loro radici. È sconsigliato soprattutto per quelle piante che non sopportano il ristagnare dell’acqua.
Se ci si trova con un terreno di questo tipo in giardino bisogna assolutamente migliorarlo. Si vedrà in seguito come farlo.
Il terreno sabbioso o sciolto
A differenza del terreno argilloso, quello sabbioso è friabile e scivoloso perché ricco di sabbia. Non presenta calcare se non in piccole quantità e ed ha un colore grigiastro oppure più scuro e sulla tonalità del rosso. Assorbe molto l’acqua ma allo stesso tempo non la trattiene facilmente lasciandola scorrere in profondità.
È un buon terreno per la coltivazione: le radici delle piante infatti, grazie alla sua porosità, si insediano facilmente. Non si può dire lo stesso per il nutrimento. Non essendo in grado di trattenere l’acqua questo terreno non conserva sufficientemente le sostanze nutritive per la pianta che pertanto devono essere integrate.
Se si raccoglie con le mani una piccola quantità di terreno sabbioso ci si rende conto agevolmente che di esso si tratta. Sarà leggero e scivolerà facilmente fra le dita.
Il terreno limoso o misto
Questo si può definire il terreno più adatto alla coltivazione delle piante e dunque alla progettazione di un giardino perché unisce i lati positivi degli altri due tipi di terreno. Ha un colore marrone ed al tatto presenta dei morbidi grumi.
Ha una consistenza media e dunque meno forte e compatta di quello argilloso ma nemmeno scivolosa e friabile come quello sabbioso. Si può pertanto facilmente modellare ma non necessariamente mantiene una forma. È un’ottima base per le radici delle piante sia per l’attecchimento sia per la tenuta delle sostanze nutritive. Trattiene molto bene l’acqua ma non tanto da creare ristagni e diventare fangoso in periodi di piogge intense. Per questo motivo, inoltre, d’estate non inaridisce e non secca.
La sua consistenza deriva dal perfetto equilibrio di sostanze organiche e inorganiche presenti in esso e da essa discende il maggior rendimento di fertilità del terreno rispetto agli altri.
Il Ph del terreno del giardino
Il Ph è conosciuto a tutti come l’indicatore dell’acidità o della basicità di un liquido o di un gas.
Nel terreno il Ph indica come lo stesso reagisce all’impiego di materiali utilizzati per modificarne le caratteristiche fisiche (Ad esempio, come si vedrà, per correggere il terreno argilloso o sabbioso). Conoscere il Ph del terreno serve principalmente per capire se il tipo di suolo è adatto alla specie vegetale che si vuole coltivare in quel suolo. Spesso, infatti, gli insuccessi con la coltivazione di alcune specie derivano proprio da un’alterazione del Ph del suolo.
Il Ph si misura con una scala di valori compresi tra 1 e 14. Il valore intermedio che rappresenta la neutralità è il 7. Al di sotto di esso si avrà un terreno acido e al di sopra basico. Il suo valore non deve mai essere troppo sbilanciato verso l’acidità o la basicità. In entrambi i casi infatti, soprattutto nei terreni compatti, un Ph troppo acido o basico impedisce l’utilizzo delle sostanze nutritive contenute nel terreno da parte delle piante.
Gran parte delle piante ha bisogno di un Ph compreso tra 5,5 e 7,5, quindi tra l’acido e il neutro. Fanno eccezione alcune specie, come ad esempio, le piante ornamentali che lo gradiscono più basico, intorno al valore 8 delle scala.
L’humus
Quando si è parlato della composizione della terra si accennava a due tipi di sostanze: quelle inorganiche e quelle organiche. Tra le seconde, formate dalla raccolta di scarti derivanti dalla decomposizione di vegetali e animali, si trova l’humus. Questo deriva proprio dall’avanzamento dello stato di decomposizione di questi elementi ed è essenziale alla vita delle piante. L’humus infatti è importante per due motivi:
- dona alla pianta nutrimento facilmente e direttamente assimilabile;
- attenua la compattezza del terreno argilloso e dunque migliora tale tipo di terreno che, come si è visto, non è molto adatto alla crescita della pianta.
Si presenta sotto forma di terriccio scuro e soffice con grandi capacità di tenuta dell’acqua senza provocare ristagni. Resta infatti sempre umido regolando la gestione dell’acqua dagli strati più superficiali a quelli più profondi del terreno. Contribuisce inoltre alla sopravvivenza di batteri e funghi essenziali per la decomposizione rendendo fertile il terreno.
Come migliorare il terreno del giardino
Per iniziare a migliorare il proprio terreno bisogna tornare alla valutazione di cui inizialmente si parlava riguardo lo stato del terreno. Questo avrà bisogno di un trattamento diverso a seconda che sia stato o meno prima mai coltivato. Se infatti ci si trova nel secondo caso si dovrà anzitutto creare uno strato di terreno che funga da supporto dei vegetali. Per supporto si intende una base che fornisca le condizioni ideali per lo svolgimento degli scambi nutritivi tra il terreno e le piante.
Fatto ciò, se il terreno si trovava in tali condizioni, il passo successivo è quello di arricchire il terreno di sostanze organiche.
In presenza di un terreno argilloso ne si possono migliorare le condizioni apportando una buona quantità di letame. Tale aggiunta è meglio venga fatta subito a terreno libero prima ancora che si passi alla preparazione dello stesso per le lavorazioni primaverili e autunnali. Il vantaggio procurato dall’aggiunta di letame si misura nella quantità di sostanze organiche presenti nel terreno e nell’apporto di umidità. In alternativa al letame, svolgono la stessa funzione vari tipi di compost, ovvero dei terricci di varia natura. Ad esempio, quelli ricavabili dagli scarti della decomposizione delle foglie.
Ancora, è possibile migliorare le condizioni del terreno argilloso integrandolo con della sabbia. Ciò favorisce, nelle zone in cui vanno coltivate delle piante, un migliore passaggio di aria e di acqua nel terreno favorendo così il nutrimento e la crescita della pianta.
In totale mancanza della possibilità di migliorare la struttura del terreno con materiale organico si può ricorrere al sovescio. Questo consiste nella semina sul terreno di piante utilizzate nel foraggio come ad esempio le leguminose. Il loro inserimento nel terreno va effettuato prima che la pianta fiorisca e fornisce una maggiore umidità e una buona quantità di sostanze organiche.